Sapiens? di Bruno Bozzetto vince il premio per il cinema d’animazione al RAM film festival. Sei i premi assegnati dalle giurie, molte le menzioni
Per l’ultimo giorno del RAM film festival, domenica 28 settembre, è in programma al Teatro Zandonai di Rovereto (TN) la proiezione di una delle opere più attese, nella sezione riservata al cinema d’animazione, la serie Sapiens? firmata dal maestro Bruno Bozzetto, vincitore del Premio Cultura Animata.
Tra le 70 opere in concorso sono stati assegnati venerdì 26 settembre i sei premi delle giurie internazionali al maestro del cinema d’animazione Bruno Bozzetto, al regista giapponese Satoru Okabe, al film sulla campagna in Egitto di Napoleone realizzato con un gruppo di statuette del Musée de l’Armée di Parigi, alla narrazione immersiva del film fulldome scritto e narrato da Dan Brown per il Museum of Science di Boston e al film Vitrum che racconta il ritrovamento di un relitto romano da parte di un team internazionale di ricercatrici.
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I PREMI
Il Premio Cultura Animata per il cinema d’animazione è stato assegnato a Sapiens?, la serie firmata dal maestro Bruno Bozzetto: una riflessione acuta e ironica sull’essere umano, il suo comportamento e le sue contraddizioni, con lo stile inconfondibile che ha reso celebre l’autore.
La giuria composta da Andrea Artusi, Diego Cajelli e Andrea Voglino, ha premiato un maestro del cinema d’animazione riconosciuto a livello internazionale per l’impresa di mettere in scena con tanta ironia e leggerezza, talvolta persino con humour, i dubbi sulla definizione che il genere umano ha dato di sé stesso. Interrogativi che emergono prepotenti di fronte alle laceranti contraddizioni che hanno punteggiato l’evoluzione della specie homo sapiens su temi come la guerra o il rapporto e la violenza contro gli animali e che hanno segnato e segnano la nostra memoria collettiva.
Il Premio “Paolo Orsi” per il Cinema Archeologico, è stato assegnato a Vitrum, il vetro dei romani di Marcello Adamo, che racconta il ritrovamento di un relitto romano al largo della Corsica da parte di un team internazionale di ricercatrici. “Attraverso una vera e propria full immersion nel vivo della ricerca e la forza di immagini straordinarie, il film sa comunicare al grande pubblico non soltanto il fascino di questo materiale ma anche l’impatto rivoluzionario che ha avuto sulla nostra civiltà” secondo la giuria formata da Barbara Maurina, Valentina Caminneci, Mireille David Elbiali, Augusto Marsigliante. Il film ha avuto anche la menzione speciale Archeoblogger.
Il Premio Tradizioni e Culture dedicato all’antropologia e alle tradizioni popolari è andato a Continuations/Hiwadabuki – Continuità. Tetto in corteccia di cipresso del regista giapponese Satoru Okabe che documenta il lavoro artigianale e sostenibile per la ricostruzione del tetto di un santuario con l’antica tecnica dell’Hiwadabuki che utilizza la corteccia del cipresso. Un film “molto originale, ben girato e montato” secondo la giuria presieduta da Duccio Canestrini con Corinna del Bianco e Massimiliano Mollona, dove “il ritmo del processo costruttivo si intreccia con quello della natura e di una sorprendente architettura tradizionale”.
La nuova sezione Storia e memoria ha individuato il vincitore nel film Apoleon di Amir Youssef, “geniale rilettura in chiave postcoloniale della campagna napoleonica in Egitto” secondo la giuria presieduta da Isabella Bossi Fedrigotti, con Maurizio Cau e Giuseppe Ferrandi. Sfidando la convenzionalità del racconto tradizionale e lavorando in chiave ironica sulla connotazione culturale del materiale conservato nei musei europei, il film conduce lo spettatore in un viaggio inatteso alla scoperta dell’altra faccia dell’epopea del generale francese. Un’opera matura, dissacrante e radicale, capace di affrontare con leggerezza una pagina complessa del passato, fino a rimetterne in discussione i presupposti. Osservata dal punto di vista delle statuine conservate nelle sale del Musée de l’Armée di Parigi, la storia prende tutta un’altra forma.
Il Premio Nuovi Sguardi, alle opere realizzate da under 35, è stato assegnato a O Corpiño delle registe spagnole Blanca Navarrete e Antía Rodeiro. Secondo la giuria composta da Elettra Virginia Collini, Valeria Perrone e Matteo Ranzi, il documentario “si distingue per l’approfondita valorizzazione del materiale d’archivio attraverso un montaggio che restituisce con efficacia l’evoluzione di una tradizione religiosa radicata nel passato e ancora viva nel presente”.
Il Premio Fulldome, infine, a God, Science and our Search for Meaning – Dio, la scienza e la ricerca del senso della vita, scritto e narrato dal best seller internazionale Dan Brown e prodotto dal Museum of Science di Boston, che esplora le domande più antiche dell’umanità sull’origine dell’universo utilizzando pienamente le potenzialità della tecnologia fulldome “con una narrazione coinvolgente e immersiva, che lascia lo spettatore incantato e incuriosito”, secondo la motivazione della giuria composta da Andrea Cuoghi, Filippo Maria Pontiggia, Chiara Simoncelli. Il film è ancora programma domenica 28 al Planetario del Museo di Scienze e Archeologia, dalle ore 16.
Molte anche le menzioni assegnate dalle giurie, pubblicate sul sito del RAM film festival.
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IL PROGRAMMA DI DOMENICA 28 SETTEMBRE
Oltre a Sapiens? al Teatro Zandonai è in programma la proiezione dei film Mayoral de acero: destajo, in prima assoluta, girato in Colombia e a Cuba, che affronta la produzione della canna da zucchero e la costruzione delle ferrovie come ingranaggi indispensabili di un sistema di sfruttamento; Roma e il suo fiume, in prima assoluta, sulla capacità della città di trasformarsi e adattarsi, nel corso dei secoli; Tuna Tales I In balance with nature sulle storie dei pescatori di tonno in diverse parti del mondo; Mary Lefkowitz and women in ancient Greece, in prima italiana, che sottolinea il ruolo delle donne nell’antica Grecia ispirandosi al lavoro della filologa; Tracking the footsteps of the archosaurs in Émosson, in prima italiana, sulle impronte fossili scoperte nel Canton Vallese a 2.400 metri di altitudine; Deep roots, dark earth, in prima internazionale, che cattura la tenacia dei “freeminers”, i minatori della foresta di Dean. E ancora Donne di miniera, che narra le vicende poco conosciute delle donne che hanno lavorato nelle miniere del Sulcis in Sardegna; La strada di Podestaria ambientato negli alti pascoli della Lessinia; e Philae, le sanctuaire englouti, una delle più grandi storie di salvataggio di un sito faraonico raccontata con ricostruzioni in 3D e Wind’s Heritage che racconta la storia di Mohammad Vali Gandami che a 75 anni si prende ancora cura degli storici mulini a vento di Nashtifan in Iran.
Il RAM si chiude con il concerto Nel sonoro flusso, in programma alle 18, e l’annuncio del vincitore del Premio RAM del pubblico. Attraverso famose canzoni italiane e straniere, trenta giovani voci del coro Notemagiovani seguono la narrazione della vita del fiume Adige dal passo Resia al mar Adriatico.
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