70 film in concorso, 41 anteprime, incontri, aperitivi in giardino, proiezioni fulldome e realtà virtuale per raccontare il patrimonio culturale attraverso l’audiovisivo

Il cinema come ponte tra tempi e mondi. Il RAM film festival – Rovereto Archeologia Memorie, da 35 anni mette al centro il potere del cinema di raccontare la memoria, l’archeologia e le sfide del presente. 

L’acqua, elemento primordiale e trasversale, strettamente connesso alla vita delle comunità umane, guida il percorso tematico di quest’anno dal titolo “Sguardi sull’acqua”. Dalle antiche rotte marittime alle guerre per le risorse idriche, dall’archeologia subacquea fino alle oasi, un filo conduttore che attraversa molte opere e diversi incontri ma non esaurisce la ricchezza della programmazione. Il festival, organizzato da Fondazione Museo Civico di Rovereto, propone infatti uno sguardo ampio e plurale sul patrimonio culturale in tutte le sue forme: siti, ricerca archeologica, monumenti, paesaggi, tradizioni, popoli, memorie, lingue e culture. Il documentario diventa lo strumento per esplorare la complessità del mondo, mettendo in dialogo passato e presente, locale e globale. Settanta i film in concorso, 41 anteprime, 14 proiezioni off fulldome, vr e cinema, 2 incontri e 4 aperitivi al giardino del Museo di Scienze e Archeologia. 

Pompei sarà protagonista con la proiezione del documentario Pompeii: The New Dig e l’intervento di Anna Onesti del Parco Archeologico di Pompei che guiderà gli spettatori dentro le scoperte e le storie del più grande scavo degli ultimi decenni. Il festival porta in missioni archeologiche nel Mediterraneo, mostra filmati subacquei e accompagna in un viaggio dalla sorgente alla foce del fiume Adige con una tavola rotonda e la proiezione in anteprima italiana del film Our Blue Word. A water Odissey, con la voce di Liam Neeson che narra il profondo legame tra l’umanità e l’acqua e le sfide per preservarla. Dalla storia romana sul Tevere, alle civiltà amazzoniche e australiane il RAM racconta la memoria e l’archeologia attraverso linguaggi diversi: film sperimentali, animazioni con Bruno Bozzetto e la serie Sapiens?, riflessione acuta e ironica sull’essere umano, cinema muto e fulldome, con la prima italiana di God, Science and our Search for Meaning, scritto e narrato dal best seller internazionale Dan Brown e prodotto dal Museum of Science di Boston, realtà virtuale e proiezioni immersive dedicate ai giovani. 

Rovereto è il cuore pulsante del festival, con il programma principale dal 24 al 28 settembre, ma l’edizione 2025 segna un importante allargamento con eventi satellite a Trento, mercoledì 24 settembre, e Riva del Garda per i ragazzi delle scuole, con un’offerta pensata per coinvolgere un pubblico sempre più ampio e diversificato, dai giovani studenti alle famiglie, fino ai professionisti del settore culturale. 

Il presidente della Fondazione Museo CIvico Maurizio Dapor e la direttora Alessandra Cattoi hanno sottolineato la ricchezza del programma del festival, che riesce a portare in città oltre 70 film e una quarantina di anteprime e incontri con protagonisti, registi, autori e studiosi, che intrecciano i temi del passato con le urgenze delle comunità umane del presente.

La presentazione della 36ª edizione del Ram Festival, commenta la sindaca di Rovereto Giulia Robol,  è un momento significativo per Rovereto, perché questo evento racconta la storia stessa della città. L’ampio numero di film proposti dimostra quanto il festival sia radicato e riconosciuto come punto di riferimento per l’archeologia, disciplina legata anche a figure storiche che hanno dato molto alla città. Inoltre, la collaborazione con istituzioni culturali come la Biblioteca Civica Tartarotti evidenzia la volontà di coinvolgere e avvicinare la cittadinanza, valorizzando e diffondendo il patrimonio legato all’archeologia.

Il tema dell’acqua, ha ribadito l’Assessora alla promozione artistica e culturale e al turismo  Micol Cossali, filo conduttore di questa edizione del Ram Festival, crea un forte legame tra il nostro territorio e il resto del mondo. La storia e l’archeologia hanno sempre generato conoscenza e relazioni, e anche questa manifestazione valorizza un aspetto identitario della città: la capacità di aprirsi al mondo e di connettersi con la sua storia. .E questa è una ricchezza che si rinnova nell’edizione di quest'anno dove il tema dell'acqua e la presenza dell’acqua si è intrecciata nello sviluppo della storia del nostro territorio.