RAM film festival 2022, i film premiati

RAM film festival 2022, i film premiati

Il premio del pubblico va al film francese "Les visages oubliés de Palmyre. I volti dimenticati di Palmira"

Il film francese "Les visages oubliés de Palmyre. I volti dimenticati di Palmira" è il vincitore del PREMIO "RAM FILM FESTIVAL" 2022, 
assegnato dal pubblico in sala attraverso la compilazione di schede-voto. Il film ha ottenuto un punteggio altissimo (9.55 su 10), di poco superiore al secondo classificato "The Oath of Cyriac. Il giuramento di Ciriaco" (9.51), altrettanto apprezzato. 

"Les visages oubliés de Palmyre" del regista Meyar AL-Roumi, prodotto nel 2020 da Un film à la patte, racconta la città leggendaria di Palmira attraverso i volti dei suoi abitanti, rappresentati dai ritratti funerari sparsi nel mondo e ricercati dagli archeologi. 


Nella giornata conclusiva del festival sono stati anche assegnati i premi delle giurie

PREMIO "CINEMA ARCHEOLOGICO"
La giuria è composta da Isabella Bossi Fedrigotti, Federica Rinaldi, Maria Concetta Parello e Graziano Tavan.
Ha assegnato il premio al documentario:
"The oath of the Cyriac. Il giuramento di Ciriaco" (Nazione: Andorra, Regia Olivier Bourgeois, 2021).
Motivazione: "The oath of the Cyriac", il giuramento di Ciriaco, non è soltanto un appassionante film archeologico ma è anche un drammatico e attuale reportage sulla guerra in Siria, in particolare sulla distruzione di Aleppo e sul rischio della perdita del valore identitario del patrimonio culturale. E’ infatti sotto i bombardamenti che direttore e dipendenti del museo dell’un tempo meravigliosa città mettono in salvo molte migliaia di reperti: ben consci del fatto che, se quegli oggetti -anche i più piccoli- fossero andati perduti sarebbe andata perduta la memoria e la storia di un popolo.

La giuria ha deciso di assegnare una MENZIONE SPECIALE al documentario:
"Medina Azahara, the Lost Pearl of Al-Andalus. Medina Azahara, la perla perduta di Al-Andalus" (Nazione Francia, Regia Stephane Bégoin, Thomas Marlier, anno 2021)
Motivazione: Con un mix di immagini dello scavo anche ripreso da drone, animazioni, ricostruzioni 3D, interventi degli archeologi, i registi Stéphane Bégoin e Thomas Marlier riescono non solo a raccontare la storia e le ricerche di Medina Azahara, la “Versailles di Al-Andalus”, ma anche a inserirla nel suo contesto storico e quindi nel suo rapporto con le altre grandi città arabe, e al contempo a contestualizzare quanto resta del ricco passato nell’Andalusia di oggi. Il tutto con un linguaggio semplice che riesce ad essere accattivante per lo spettatore.

PREMIO "CULTURA ANIMATA"
La giuria è composta da Andrea Artusi, Claudio Tedaldi e Sabrina Zanetti.
Ha deciso di assegnare il premio al documentario:
"Treasure. Il tesoro" (nazione Regno Unito , regia di Samantha Moore, 2021)
Motivazione: Il cortometraggio rappresenta una sintesi esemplare tra racconto, drammaturgia e attinenza sia al tema dell'archeologia che a quello della memoria. Il doppio registro scelto dalla regista, che si alterna tra passato e presente, abbinato a una tecnica raffinata di animazione e una colonna sonora di grande qualità sia dal punto di vista musicale che degli effetti sonori, generano un effetto di coinvolgimento ed empatia con la narrazione che, essendo priva di dialoghi, può essere fruita da spettatori di qualsiasi nazionalità ed estrazione.

PREMIO "SGUARDI DAL MONDO"
La giuria è composta da Duccio Canestrini, Emanuele Gerosa e Roberto Cavallini.
Ha deciso di assegnare il premio al documentario:
"Osmildo" (nazione Brasile, regia di Pedro Daldegan, 2019)
Motivazione: Il protagonista Osmildo, un guaritore amazzonico di etnia Kuntanawa, ha con le piante e con la natura un rapporto equilibrato e meraviglioso. Aldilà delle sue doti di fitoterapeuta e di maestro indigeno, la sua figura incarna una lezione storica e antropologica fondamentale: l’importanza di salvaguardare rituali, tradizioni mediche e spirituali che salvano culture e persone. Osmildo è il simbolo vivente della continua resistenza agli spietati predatori di risorse della foresta brasiliana che già decimarono i suoi antenati. Un documentario semplice, profondo e commovente.

La giuria ha deciso di assegnare una MENZIONE SPECIALE al documentario:
"Jurassic cash" (nazione Francia, regia di Xavier Lefebvre in collaborazione con Gilles Deiss, 2021-2022)
Motivazione: Un ottimo film confezionato in maniera accattivante, che spalanca uno scenario poco noto: quello del traffico commerciale di reperti paleontologici. Ma se gli scheletri dei dinosauri vengono venduti all’asta, solo pochi privati milionari possono permettersi di acquistarli. Emerge così la questione etica, anche se un po’ sommessa: è giusto questo commercio che scavalca le istituzioni preposte alla conservazione dei reperti? Quanto vale, anzi, quale tipo di valore ha il patrimonio culturale? Un documentario che ha il merito di farci pensare.

PREMIO "L'ITALIA SI RACCONTA"
La giuria è composta da Catia Fauci, Sebastiano Luca Insinga e Sara Zanatta.
Ha deciso di assegnare il premio al documentario:
"L'oro di Venezia" (nazione Italia, regia di Nicola Pittarello, 2022)
Motivazione: Il documentario mostra Venezia, una delle città più filmate e raccontate, attraverso una lente originale, quella del rapporto tra la Serenissima e i suoi possedimenti di terra. La storia della potenza navale della Repubblica di San Marco collegata alle risorse boschive – l’oro del titolo appunto – si sviluppa in una narrazione coinvolgente, visivamente coerente, ben confezionata per ritmo e utilizzo dei materiali, originali e di repertorio, che lascia aperta una riflessione sui problemi ambientali del nostro tempo.

La giuria ha deciso di assegnare una MENZIONE SPECIALE al documentario:
"Pupus" (Italia, regia di Miriam Cossu Sparagano Ferraye, 2021)
Motivazione: Il documentario utilizza con abilità gli ingredienti del genere osservazionale e racconta una tradizione lavorativa quasi scomparsa, quella dei pupari, attraverso il rapporto padre-figlio. Il piccolo teatro-laboratorio di famiglia diventa lo spazio, a tratti poetico, di un’iniziazione: la fantasia dell’infanzia trova linfa nelle gesta cavalleresche tramandate oralmente e assorbe i trucchi di un futuro mestiere.

MENZIONE SPECIALE "CINEMAMORE"
La giuria è composta da Valentina Poli, Miro Forti, Andrea Morghen, in collaborazione con Trento Film Festival e Religion Today Filmfestival.
Ha deciso di assegnare la menzione per l’edizione del RAM film festival 2022, al documentario:
"Maathani" (nazione India, regia di Amit Goyal, 2022)
Motivazione: Il breve documentario indiano “Maathani” ha il pregio di far parlare le immagini: gesti, mani, strumenti che danno il senso del ritmo della produzione di vasi, dello svago, della vita quotidiana, tra passato e presente, e che scandiscono anche il passo della narrazione. Un documentario indipendente, che unisce la qualità sincera del documentario osservativo a immagini evocative.

La giuria ha deciso di assegnare una MENZIONE al documentario:
"Mamody, the last baobab digger" (Francia, regia di Cyrille Cornu, 2022)
Motivazione: Un tema importante, che sta diventando urgente anche alle nostre latitudini: l’acqua, come bene da preservare e tutelare. Nel film francese di Cyrille Cornu, uomini e donne della tribù di Ampotaka in Madagascar lottano contro la siccità tra riti pagani, natura e tradizioni. In un film di ottima qualità tecnica, affascinano il contesto e lo spessore umano delle donne e degli uomini del villaggio.

MENZIONE SPECIALE "ARCHEOBLOGGER"
La giuria è composta da Giovanna Baldasarre, Giovina Caldarola, Marta Coccoluto, Andrea Bellotti, Antonia Falcone, Marina Lo Blundo, Mattia Mancini, Domenica Pate, Michele Stefanile, Alessandro Tagliapietra.
Ha assegnato la menzione al documentario:
"The oath of the Cyriac. Il giuramento di Ciriaco" (Nazione: Andorra, Regia Olivier Bourgeois, 2021)
Motivazione: La follia della guerra e la necessità della tutela del patrimonio archeologico. The Oath of Cyriac parla di tutto questo, ma soprattutto del coraggio di non arrendersi di fronte a quello che la guerra porta con sé e sembra apparentemente inevitabile: la distruzione. Una docufiction coinvolgente, appassionante, emozionale che integra in modo puntuale ricostruzione cinematografica e verità storica. E lo fa su temi di attualità con protagonisti coloro che hanno vissuto sulla propria pelle la paura di non farcela e che invece alla fine, oltre ad avercela fatta, sono riusciti e reinterpretare in prima persona la ricostruzione di quegli attimi, regalando a noi spettatori momenti di grande commozione ed empatia. Il tema affrontato dal film è trasversale e contemporaneo, è una testimonianza importante della drammatica situazione del patrimonio culturale nei paesi devastati dalla guerra, dove spesso sono le persone comuni a trasformarsi in eroi, loro malgrado. E dove ad essere distrutti con il patrimonio archeologico sono la memoria, la storia, l’identità. The Oath of Cyriac ci parla di patrimonio in pericolo, di tutela, di preoccupazione per il presente e il futuro, di vocazione al lavoro e di ineluttabilità: nessuno dei protagonisti avrebbe potuto fare altro che salvaguardare la propria storia. Ma soprattutto interroga ognuno di noi sul senso di appartenenza e di comunità: cosa avrei fatto io, cosa avresti fatto tu, cosa avremmo fatto noi, cosa avreste fatto voi al posto di Ahmad, Amir, Desbina, Mahamun, Mohamad, Khaled e Nawrouz?

 
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