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AL FILM "IL PATRIMONIO SOMMERSO", IL PREMIO DEL PUBBLICO DEL RAM FILM FESTIVAL (2)

 19.10.2021 - 18:17 
ArcheologiaMostre

ALL’IRANIANO “GANJ DAREH” IL PREMIO PAOLO ORSI

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AL FILM RAI CULTURA “IL PATRIMONIO SOMMERSO”, IL PREMIO DEL PUBBLICO DEL RAM FILM FESTIVAL. ALL’IRANIANO “GANJ DAREH” IL PREMIO PAOLO ORSI

Alla fine di una “cinque giorni” densa di proiezioni, eventi e personaggi speciali in città all'insegna della valorizzazione del patrimonio culturale mondiale, chiude l'edizione 2021 del RAM film festival di Rovereto, un'edizione vivace che ha saputo usare diversi registri per portare i temi della cultura in città, rinnovandosi nel nome e nella formula.

Di grande successo gli eventi speciali, la serata con Federico Buffa sulle Olimpiadi del 1936 e Leni Riefenstahl, il concerto con Leandro Piccioni e il quartetto Pessoa dedicato a Ennio Morricone, gli aperitivi con ospite negli incontri informali al Bistrot di Alfio Ghezzi, le masterclass per insegnanti, giornalisti e videomaker. Applauditissimo lo spettacolare film fuori concorso di Nicolò Bongiorno, presente al festival, Songs of the water spirits sul Ladakh, regione dell'India travolta dai cambiamenti climatici

Molti i film premiati, dalle diverse giurie chiamate a valutare i film in concorso.

il premio del pubblico del RAM film Festival, è andato al film Rai Cultura IL PATRIMONIO SOMMERSO. UN VIAGGIO SUL FONDO DEL MARE di Eugenio Farioli Vecchioli e Marta Saviane, che ha vinto anche la menzione speciale degli Archeoblogger, un viaggio alla scoperta dello straordinario patrimonio sommerso nei nostri mari.

Il Premio “PAOLO ORSI” è stato attribuito all’iraniano GANJ DAREH, di Keyvan Tabatabaie Samimi. Il regista, che nei giorni scorsi ha tentato di venire a Rovereto, ma non ha potuto a causa delle restrizioni per la pandemia, ha mandato un bellissimo messaggio al pubblico, un ponte “dall'antica terra dall'Iran, all'antica terra italiana”, come lui stesso ha scritto.

la motivazione della giuria, formata da Andrea Augenti, Iefke van Kampen, Maria Concetta Parello e Antonia Falcone: per l’ottima ricostruzione di un capitolo importante della storia dell'archeologia a cavallo tra tre continenti, creando un ponte importante e significativo tra Iran, Canada e Danimarca; per aver dimostrato che la cooperazione tra nazioni in archeologia può portare a risultati notevoli; per aver saputo illustrare in maniera efficace l’evoluzione del lavoro dell'archeologo, partendo dalle indagini svolte nel passato fino ad arrivare a quelle più recenti; e per l'ottima qualità delle immagini e della sceneggiatura, e in particolare per la sapienza e il gusto nell’alternare in maniera equilibrata e illuminante interviste, nuovi filmati e testimonianze storiche.

MENZIONE SPECIALE al film francese HOMO SAPIENS, LES NOUVELLES ORIGINES che documenta per la prima volta sullo schermo le importanti recenti scoperte su Homo sapiens che hanno rivoluzionato le conoscenze sulla nostra specie. Per la capacità di raccontare il lavoro dell'archeologo in maniera semplice ma con grande attenzione ai dettagli, in particolare rispetto all’uso delle tecnologie più avanzate; per l'alta qualità delle immagini e delle ricostruzioni storiche, molto efficaci perché appena suggerite grazie al ricorso alle ombre; per la sceneggiatura di ottimo livello, che ricostruisce la vicenda in maniera avvincente come un giallo archeologico.

il PREMIO “L’ITALIA SI RACCONTA” è andato a PAESAGGI DEL CIBO di Michele Trentini e Andrea Colbacchini, prodotto da tsm | step Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio. La giuria presieduta da Isabella Bossi Fedrigotti con Romina Zanon e Alessandro De Bertolini ha dato la seguente motivazione. L’opera di Michele Trentini e Andrea Colbacchini, prendendo le mosse dall'analisi di un piatto creato da un affermato chef locale, offre un approfondimento su alcune pratiche agroalimentari strettamente legate alla biodiversità del territorio trentino. Alternando un codice narrativo tipico dell'osservazione documentaristica ad un linguaggio lirico-visivo segnato da pause e silenzi evocativi, i registi disegnano un viaggio che conduce lo spettatore dai paesaggi alpini e dolomitici della Val Rendena e della Valle del Vanoi fino a quelli terrazzati dai tratti mediterranei dell'Alto Garda. Volti, gesti e frammenti di vita agreste si fondono in un canto corale allo spazio agricolo del territorio antropico trentino e alla solerzia degli uomini e delle donne che lo abitano.

Il PREMIO “SGUARDI DAL MONDO” è andato al film spagnolo QUEENS OF ORANGO, di Raúl Bueno Herrera, uno splendido documentario antropologico ricchissimo di spunti di riflessione. Questa la motivazione della giuria presieduta da Duccio Canestrini con Katia Bernardi e Alessandro De Bertolini: arcipelago di Bissau (Isole Bijagos, Africa occidentale). Una manciata di isolette sotto Capo Verde, davanti alla Guinea Bissau. Sull’isola maggiore, Orango, un’antica tradizione matriarcale affida alle donne sia la gestione delle risorse economiche sia la funzione spirituale. Interessante notare, come elemento di riflessione in un mondo ancora travolto dalle discriminazioni sessiste, come le donne qui abbiano grandi responsabilità politiche e sociali, oltre a tenere aperto il dialogo con la divinità: un rapporto straordinariamente intenso, mediato attraverso il contatto con le anime dei defunti. Ottime le riprese video, intelligente la scelta degli intervistati. E com'è giusto che sia nell'ottica di una cinematografia etnografica moderna, c'è attenzione anche ai segnali di cambiamento, senza stucchevoli nostalgie né traccia di “primitivismo”.

Il PREMIO “CULTURA ANIMATA” è stato attribuito dalla giuria presieduta da Andrea Artusi con Sabrina Zanetti e Dalia Macii al geniale film d'animazione francese AMERIGO ET LE NOUVEAU MONDE di Luis Briceno e Laurent Crouzeix preferito anche dalle scuole primarie intervenute la prima mattina del festival, Per la straordinaria capacità di affrontare un tema storico controverso, come quello dell'attribuzione del nome al continente americano, attraverso le vicende di Amerigo Vespucci narrate con ironia e padronanza delle diverse tecniche di animazione, capaci di rendere il corto in grado di intrattenere e incuriosire sia un pubblico adulto che di ragazzi con ritmo, rigore narrativo e al contempo leggerezza dei toni espressivi.

MENZIONE SPECIALE all’inglese WEIGHT OF CONSCIOUSNESS/ IL PESO DELLA COSCIENZA di Alemsah Firat per la poesia e l'originalità della tecnica utilizzata nell'animazione che, con un elegante e raffinato linguaggio pittorico, è in grado di condurre lo spettatore in un viaggio attraverso l'evoluzione della coscienza umana fin dal grembo della madre terra attraverso i luoghi del mito rappresentati con originalità e spessore narrativo.

La MENZIONE CINEMAMORE attribuita dai rappresentanti dei tre festival trentini Trento FIlm Festival, Religion Today e RAM film festival è andata a: ET SI BABEL N'ÉTAIT QU’UN MYTHE? / E SE BABELE NON FOSSE CHE UN MITO?, film francese di Sandrine Loncke con la seguente motivazione: Ci sono storie che possiedono una forza intrinseca ed eversiva. Narrazioni in grado di ricalibrare, con una dolce e risoluta spinta, la nostra posizione nel mondo. Quella di "What if Babel was just a Myth?" è una di quelle storie. Il documentario descrive, con una cinematografia curata ed essenziale, le vicende umane, linguistiche e sociali degli abitanti di una remota località del sud del Ciad. La macchina da presa segue da vicino il lavoro di un giovane linguista francese che cerca di documentare nella maniera più precisa possibile uno dei molti idiomi locali. Gli abitanti del villaggio si rivelano essere poliglotti provetti. Alcuni di loro conoscono ed utilizzano fino a sei lingue diverse. Se ad ogni lingua corrisponde una visione del mondo e un sistema di valori, non si può non pensare che i protagonisti di questo documentario siano dotati di una immensa ricchezza, che rischia di scomparire insieme alla lingua che di essa è espressione. Il film diviene così una vera e propria celebrazione della diversità e dell'apertura mentale e della capacità di accoglienza che il multilinguismo porta con sé.

come detto, sempre al film Rai Cultura IL PATRIMONIO SOMMERSO. UN VIAGGIO SUL FONDO DEL MARE di Eugenio Farioli Vecchioli e Marta Saviane la menzione Archeoblogger attribuito da Antonia Falcone di Professione Archeologo Marta Coccoluto ,Alessandro Tagliapietra di Archeologia Subacquea, Giovina Caldarola, Astrid D'Eredità di ArcheoPop, Giovanna Baldasarre di ArcheoKids, Michele Stefanile di Archeologia Subacquea Blog, Mattia Mancini di Djed Medu - Blog di Egittologia, Marina Lo Blundo - coordinatrice per quest'anno - e Domenica Pate con la seguente motivazione: Il Patrimonio sommerso questo sconosciuto? “Assolutamente no”, sembra dirci la suggestiva immagine iniziale - e più volte ricorrente - dell’acquario di casa nel quale pesci tropicali nuotano accanto a coreografiche rovine in miniatura: il mondo sommerso ci è molto più familiare di quanto non sembri. L’approccio giusto, scientifico e divulgativo di questa fortunata serie di Rai Storia, prosegue in questa nuova puntata, presentandosi come una sorta di antologia dell’archeologia subacquea italiana, una disciplina ormai matura e giunta a livelli avanzati, che viene qui presentata in maniera “stratigrafica”, illustrando cioè le ricerche subacquee secondo un criterio progressivo di discesa in profondità.

 

 
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