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L'antica Mesopotamia e le distruzioni dell'Isis: il tributo della XXVI Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico

 09.10.2015 - 12:00 
Archeologia

Alla serata finale del Festival un’ampia riflessione sulla drammatica attualità mediorientale

Ultima giornata di programmazione per la XXVI edizione della Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico, di scena in questi giorni a Rovereto. Tra le proiezioni più curiose del mattino "Piramidi in America", a dire come non fossero effimere le testimonianze della storia dei nativi. Tombe, piramidi… Misteriose costruzioni create dalla mano dell'uomo, diverse per dimensioni e forme, costituivano i luoghi sacri dei primi Indiani. In queste artistiche formazioni forse gli sciamani celebravano i loro rituali? Rappresentavano forse dei calendari arcaici? A queste domande tenterà di rispondere anche la conversazione delle 11.00 "Fare ricerca archeologica negli USA: Piramidi nel luogo sbagliato?": protagonista è in questo caso Davide Domenici, archeologo al lavoro in questa zona del mondo. Ad aprire il calendario delle proiezioni pomeridiane "Il meteorite di Saaremaa" di Maurizia Giusti, in arte Siusi Blady, che percorre un'ipotesi affascinante: che i miti baltici abbiano influenzato anche i miti del Mediterraneo. "L'età del Bronzo del Baltico - si spiega - è più antica di quella del Mediterraneo, e la traccia lasciata dalle sepolture lungo i fiumi ci fa pensare che questi popoli passassero da lì". Insomma "L'Odissea e l'Iliade potrebbero avere origine Baltica". A seguire alcuni affondi sul contesto mediorientale, a introdurre l'incontro delle 18.00 "L'avventura di Giancarlo Ligabue. Una grande passione per la scienza" al quale prenderanno parte Domenici e Adriano Favaro. L’appuntamento è il prodotto della relazione stretta tra la Fondazione e il Centro Studi Ricerche Ligabue in particolare in occasione di questa edizione della Rassegna (maggiori dettagli in allegato). L’evento sarà ripreso dall’équipe televisiva di Controcampo. Nel corso della giornata anche due fuori programma: di prima mattina, uno straordinario filmato inviato dalla Custodia di Terrasanta ispirato alla figura di Padre Kaswalder, frate francescano originario di Roveré della Luna che ha lavorato come archeologo anche in Palestina. E ancora, un breve filmato inedito giunto all'ultimo istante: il documento presenta la "rampa imperiale", la scalinata di ingresso al foro romano che ancora attende di essere inaugurata. In serata, a fare da cornice alla tradizionale cerimonia di premiazione, la proiezione del film “Bambinga, piccoli uomini della foresta” dedicata ai pigmei che abitano la foresta equatoriale africana, superstiti testimoni di epoche antichissime, oggi costretti a un violento impatto con altre civiltà. Prevista anche la proiezione di un prezioso filmato che contiene una delle ultime interviste rilasciate da Khaled al-Asaad, ex direttore di Palmira trucidato poche settimane fa al quale questa edizione della Rassegna dedica un particolare omaggio, e ancora la proposta del servizio cinematografico realizzato per il Centro produzione Rai di Napoli “Iraq”: i monumenti della Mesopotamia com’erano e come sono ora, dopo le sistematiche distruzioni attuate dall’Isis. Il drammatico confronto è reso possibile da Luigi Necco, che subito dopo la prima guerra del Golfo ha percorso tutto il paese, da Ur a Mossul, per verificare quali danni avessero subito i monumenti della Mezzaluna fertile. Erano quasi tutti intatti: oggi Nimrud, la capitale degli Assiri scavata da Max Mallowan e Agata Christie non esiste più. Per la prima volta visibili i reperti di Aleppo e Damasco sfuggiti alla distruzione perché nascosti in luoghi segreti. La Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico si chiude sabato, ma come sempre sarà seguita da un’ampia coda di proiezioni, nel pomeriggio di domenica, ospitate presso la Fondazione Museo Civico di Borgo Santa Caterina.

 
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