Premessa

Si ripresenta per me la favorevole occasione per un gradito ritorno nei confronti della Rassegna del film archeologico della quale mi sono occupato in passato nel ruolo di responsabile della promozione turistica della nostra Città. Ritrovo una Rassegna che ha mantenuto intatta la sua qualità sul piano scientifico e, punto di forza riconosciuto da molti, nella sua capacità di gemmare eventi similari in ambiti geografici estesi e nella sua capacità di essere potenziale veicolo per eccellenti relazioni da sfruttare per la promozione della nostra Città.
Dico potenziali, e qui devo introdurre un elemento di problematicità, perchè si tratta di relazioni intraprese in forma parziale e spesso volontaristica e non professionale e sistematica; dico questo con profondo rispetto e gratitudine per chi vi ha dedicato energie e passione per decenni. Questo patrimonio di relazioni, alleanze possibili e connessioni a volte facili ed efficaci, diventa il vero solco da arare nel futuro prossimo. Me ne sono fatto un impegno personale che, però, deve essere esteso al Consiglio d'amministrazione, a tutta la struttura dei collaboratori della Fondazione e, in senso lato, all'Amministrazione comunale e ai soggetti deputati alla promozione della nostra attività culturale cittadina. Ne è testimonianza la fruttuosa collaborazione aperta con la Fondazione Ligabue di Venezia che, in una prospettiva pluriennale, offrirà ricadute positive oggi non intuibili in tutta la loro interezza. Questa collaborazione, che rientra negli obiettivi strategici del quinquennio appena apertosi, laddove si individua nelle alleanze il cardine del nostro agire di amministratori della Fondazione, è la prima in ordine di tempo ma non l'ultima nel campo delle relazioni eccellenti cui facevo cenno in apertura. Il lavoro in tal senso investe soggetti, oggi non ancora pubblicabili perchè in corso di definizione, che rappresentano anche realtà completamente diverse dalla Fondazione, ma che operano nel campo della cultura elevata, intendendo quella che unisce padronanza di contenuti ma anche forte sensibilità alla comunicazione e, appunto, alla forze delle relazioni.
In questo contesto, tornando alla Rassegna del film archeologico, sono convinto che dobbiamo potenziarla in modo chiaro nei suoi contenuti ma soprattutto nelle sue capacità di diventare veicolo per la Città; in questo modo offriremo ai promotori nuovo materiale da veicolare nei circuiti del turismo culturale e manterremo alto il livello della produzione culturale roveretana, da sempre fregio qualificante e fruttuoso.

Giovanni Laezza
Presidente Fondazione Museo Civico di Rovereto


Per molti anni ho cercato filmati, preparato programmi cinematografici e coinvolto archeologi e uomini di cultura con l'intenzione di far conoscere e interagire tra loro culture e civiltà diverse, anche discordi tra loro, di luoghi ed epoche differenti, convinto di portare un sia pur piccolo contributo alla conoscenza e quindi alla tolleranza. In ventisette anni e altrettante edizioni della Rassegna ho visto con orrore ogni sorta di guerre, crudeltà e sopraffazioni, la guerra nei Balcani, la strage delle torri gemelle, un Medio Oriente sempre in fiamme, eccidi di ogni tipo in Africa, migrazioni epocali a causa d'infiniti conflitti, non ultima l'anno scorso l'uccisione di Khaled al-Asaad a Palmira. Anche se malferma, la speranza di contribuire alla conoscenza, alla tolleranza e alla pace non è mai morta comunque.
Nella proposta di questa XXVII edizione lo spirito e le intenzioni sono e rimangono quelle originali. Il palinsesto cinematografico spazia nelle culture e civiltà di tutti i continenti, così come gli approfondimenti che coinvolgono l'America precolombiana, Pompei, l'Africa dei primi uomini, l'Egitto, l'arte parietale con le prime forme di spiritualità, il mito del mondo classico, ma soprattutto la domanda se i musei al giorno d'oggi abbiano ancora un ruolo e una funzione nella formazione e nella cultura, pur senza indulgere nella significativa ironia di chi disse, a proposito di musei, che «Il sonno della ragione genera "mostre"». Non mi nascondo però che alla luce della recentissima strage d'innocenti a Nizza, in nome di un'improbabile religione, con un crescendo che sembra non finire mai, il compito mi sembri non solo arduo ma ormai quasi impossibile, in fronte a una insofferenza così diffusa, a un disagio sociale così generalizzato, un odio così radicato, se nei centri di potere e comando finanziari, economici e politici non si metterà al primo posto una risposta alla povertà, al disagio, alla sofferenza dell'uomo e dei popoli.

Dario Di Blasi
curatore della Rassegna

 
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