2015 | XXVI Rassegna e XII Premio Orsi

Premessa


La Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico non si è mai accontentata di risolversi nella formula di un festival d'intrattenimento, o "di settore". Da sempre, grazie all'accorta curatela della storica direzione artistica della kermesse, la stesura del programma valorizza lavori e protagonisti fortemente legati a questioni di cruciale attualità, facendo dei teatri e delle tribune che ospitano proiezioni, conversazioni e dibattiti veri luoghi di confronto e di opinione. Accade anche in questa edizione, promossa in tempi in cui il tema delle devastazioni del patrimonio millenario del vicino oriente pone con forza il tema della salvaguardia della memoria collettiva. Ci piace ricordare che la stessa vocazione per la conservazione, la salvaguardia e la condivisione del sapere appartiene all'istituzione che qui rappresentiamo: la Fondazione Museo Civico di Rovereto, che da oltre centocinquant'anni garantisce - in primis alla comunità locale - una fruizione libera e democratica della cultura. Sono questi i valori che ancora oggi - e siamo alla ventiseiesima edizione - ci inducono a perseverare nella politica della gratuità di accesso a tutti gli eventi in calendario. Al pubblico fedele, a chi si affaccia alla Rassegna per la prima volta, agli spettatori storici e ai più giovani tra i visitatori, agli ospiti che ci raggiungeranno da lontano, non da ultimo alla cittadinanza tutta, l'augurio di una buona visione.

Giulia Fiorini
presidente della Fondazione Museo Civico di Rovereto

Cristina Azzolini
vicesindaco del Comune di Rovereto e assessore all'Istruzione, Formazione e Ricerca


Le sconvolgenti immagini che ci arrivano dalla Siria e dall'Iraq, con la distruzione sistematica delle antichità assire di Nimrud e con le esplosioni che minacciano pericolosamente il meraviglioso sito della Palmira della regina Zenobia, ci angosciano per la mancanza assoluta di rispetto per le vite umane e per la storia millenaria dell'umanità. A noi questo sembra del tutto inedito, ma, se ci riflettiamo un attimo, scopriamo che anche nel nostro Medioevo migliaia di monumenti come palazzi, mura difensive, basiliche e chiese vennero costruiti demolendo le vestigia greco-romane precedenti, che anche parte della favolosa Biblioteca di Alessandria venne incendiata in seguito all'editto di Teodosio I nel 391 d.C., ostile alla "saggezza pagana" e che lo stesso Partenone di Atene venne distrutto con un esplosione paragonabile a un'eruzione per effetto di cannonate dell'esercito Veneziano di Morosini dirette alla polveriera collocata dai turchi in quel monumento, arrivato quasi intatto fino al 1687 dal tempo di Pericle. Gli esempi potrebbero essere infiniti. Con le nostre rassegne di cinema archeologico cerchiamo al contrario di enfatizzare l'esistenza o quantomeno la memoria di culture e civiltà che potrebbero scomparire, quando non lo siano già. In questa XXVI edizione dedicata alle Grandi Civiltà, ovvero alle nostre origini, abbiamo chiesto la collaborazione del Centro Studi e Ricerche Ligabue, con i suoi preziosi archivi cinematografici, un Centro nato e cresciuto per la passione di Giancarlo Ligabue che ha dedicato la vita a decine di missioni archeologiche e paleontologiche in tutto il mondo, del Centro di produzione Rai di Napoli di Luigi Necco, che negli anni della guerra del Golfo contro Saddam ha documentato il patrimonio dell'Iraq, e abbiamo l'impegno di una nazione come l'Iran che, sia pure in un contesto di sanzioni economiche e di ostilità internazionale, vuole tenacemente difendere e valorizzare la propria eredità culturale.

Dario Di Blasi
curatore della Rassegna

 
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